Cenni storici

Il toponimo Grisinius è un nome proprio romano e indica probabilmente un antico proprietarioterriero locale,di cui tuttavia non abbiamo notizie certe. Zocco invece sembra rimandare al significato, come in Veneto, di pedale d’albero.

Il borgo ha conosciuto una longa storia: un tempo si trovava sulla via Gallica, che da Milano portava Padova, due città importantissime fin dai tempi più antichi. In epoca romana, le terre del Brenta furono bonoficate e assegnate in lotti – le centuriate – ai veterani dell’esercito. Le prime notizie certe risalgono però al 1088 quando Milone, vescovo di Padova, donò terre di questa zona alle monache di San Pietro di Padova.

Grisignano e Barbano. Da questi documenti, si evince che in zona vi erano castelli forificati, purtroppo andati distrutti nel Duecento. Grisignano entra nella storia proprio in questo periodo quando, nel 1266, viene scelta per le trattative tra il partito guelfo di Vicenza e quello di Padova. Ma il suo è soprattuto un destino agreste, fatto di simplicità e di difficoltà economiche.

Sarà la Serenissima a riportare pace, prosperità e bellezza: i notabili veneziani costruirono magnifiche ville e animarono la zona con svaghi estivi di ogni tipo. Il resto della sua storia si fonde a quello d’Italia, nel bene e nel male. A partire dal Novecento, l’economia locale ritrova nuovo slancio grazieall’industria, soprattutto meccanica ed edile.

L’aria della Serenissima si respira ovunque, da queste parti. Le più belle architetture si trovano sparse tra il borgo e le sue frazioni, come Barbano e Polana di Granfion. Spuntano qua è la viale alberanti in fondo ai quali, oltre vasti cortili, compaiono le inconfondibili “ville di delizia”, così chiamate perché gli aristocratici vi trascorrevano oziosi periodo di villeggiatura. Sono splendide e ben conservate.

Villa Vancenato Bocchi, in località Poiana, è una barchessa con nove archi sulla destra e altri tre a sinistra, costruita tra la fine del seicento e i primi anni del Settecento. Come vuole la tradizione, è circondata da un giardino e da un grande parco.

Dal tipico stile palladiano Villa Ferramosca, ex Castello di Barbano, nell’omonima frazione: è stata costruita verso il 1560. L’architetto, Giandomenico Scamozzi, la progettò con le grandi colonne, il porticato antistante l’ingresso e un timpano importante. Un inno al migliore stile architettonico veneto.

Sempre a Barbano, s’incontra il Villino Cappasanta dal Martello, con il frontonr triangolare abbelito da vasi decorativi. Più originale Villa Cattaneo Onesti, oggi Magrini.

E’ diversa da tutte le altre perchè il suo corpo, articoloto a barchessa, termina con due torri alle estremità. Belli gli interni; in una stanza al pianterreno si può ammirare un camino del Cinquecento molto ben conservato, mentre la torre orientale custodice affreschi di gusto pompeiano.

Nel cuore di Grisignano sorge l’antica Chiesa Parrochiale: l’edificio attuale è stato ricostruito nel 1841 e ampliato nel Novecento (la facciata odierna risale al 1921). Gli antichi ricordi sono celati al suo interno, dove sono conservati altari cinquecenteschi e un autentico tesoro: una pala della scuola del Tiepolo.